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Scorie nucleari, il ministero dell'Ambiente ha escluso Carmagnola e Mazzè: il deposito si farà altrove

I due siti non compaiono più nell'elenco delle potenziali aree idonee

Il deposito di scorie nucleari e il Parco tecnologico che Sogin aveva progettato nel 2021 non si faranno né a Carmagnola né a Mazzè. I due siti a sud di Torino e nel basso Canavese erano stati indicati nel primo elenco delle aree potenzialmente idonee, su cui il Ministero dell'Ambiente e della Sicurezza Energetica con Sogin e Isin hanno poi svolto indagini più specifiche. Ma niente di fatto. Lo ha annunciato ieri proprio il ministero, pubblicando la Carta nazionale delle aree idonee (Cnai) che seleziona i 51 comuni dove potrebbe sorgere il sito di stoccaggio dei rifiuti radioattivi di bassa e media attività.

Carmagnola e Mazzè, due cittadine con un’importante vocazione agricola ed enogastronomica, erano state annoverate fra le aree potenzialmente idonee, ma sono state poi escluse dopo le verifiche tecniche e le proteste della popolazione e delle istituzioni locali. Coldiretti Torino aveva organizzato due manifestazioni con 150 trattori il 6 novembre 2021 a Mazzè e il 19 gennaio 2022 a Casanova di Carmagnola, dove si trova anche la splendida abbazia cistercense del XII secolo. L’esclusione dei due siti è una buona notizia per il territorio e per la sua storia. Rappresenta, come ha sottolineato il sindaco di Carmagnola Ivana Gaveglio, "una vittoria collettiva: il frutto di un impegno incessante da parte della nostra amministrazione e dei comuni limitrofi, insieme ad associazioni e privati". 

“I Comuni del Basso Canavese, del Chivassese e del Carmagnolese-Chierese - ha commentato con soddisfazione il Vicesindaco metropolitano Jacopo Suppo - non hanno mai chiesto un trattamento di favore rispetto ad altri territori potenzialmente interessati. Le amministrazioni comunali e la Città metropolitana di Torino hanno solo e sempre chiesto pari dignità per tutte le comunità locali e hanno sottoposto alla Sogin una serie di analisi tecniche da cui emergevano forti criticità ambientali collegate all’eventuale insediamento in quei territori del Deposito unico nazionale dei rifiuti radioattivi”.

Anche Coldiretti, che il 6 novembre 2021 a Mazzè e il 19 gennaio 2022 a Casanova di Carmagnola aveva organizzato due manifestazioni con ben 150 trattori - ha accolto con soddisfazione la scelta di escludere i territori agricoli del Torinese dall’elenco dei siti idonei a ospitare il deposito nazionale di scorie nucleari:

"Non potevamo accettare – ha commentato il presidente di Coldiretti Torino, Bruno Mecca Cici - che due tra le aree più importanti del Piemonte per le produzioni agricole fossero utilizzate per il deposito nazionale di scorie nucleari e per gli impianti collegati. La nostra non è stata una battaglia di principio contro un’infrastruttura strategica per il Paese e non siamo mai stati affetti dalla “sindrome Nimby” (non nel mio cortile ndr). La nostra è stata una mobilitazione con un grave spreco: quello di terreni fertili, oggi più che mai utilissimi per la produzione di cibo, anche alla luce delle crisi mondiali in atto".

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