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Scuola, diritto al panino da casa: il Comitato Caro Mensa annuncia battaglia

I genitori non pagheranno più nè assicurazione nè contributi volontari

Ad una settimana dalla ripresa della scuola, è di nuovo guerra per il pasto da casa. Il comitato Caro Mensa Torino nato nel 2013 "contro il declino della refezione comunale e a difesa del diritto costituzionale al pasto da casa "rompe ogni rapporto con le scuole che imporranno la mensa alle famiglie. La componente genitori abbandona l'Osservatorio istituito dall'ufficio Scolastico Regionale del Piemonte ed è così la fine, se mai ci sia stata, di ogni collaborazione.

L'annuncio sui social

L'annuncio, in cui viene sottolineata una "prepotenza del sistema", è stato dato sulla pagina Facebook del Comitato.

"Quando ad ottobre 2016 - si legge nel post - era l'Ufficio Scolastico Regionale ad essere in grande difficoltà, dopo aver perso 15 cause, noi genitori, attraverso la nostra partecipazione diretta ai lavori dell'Osservatorio per la corretta fruizione del pasto da casa nelle scuole, abbiamo dato tutta la nostra disponibilità.

Adesso che è arrivato il turno delle famiglie a dover essere rasserenate e aiutate - vanno avanti i genitori di Caro Mensa - , le varie Amministrazioni, scolastica e comunale, si sono trincerate dietro al silenzio e hanno cominciato ad assumere i provvedimenti autoritativi con i quali vogliono ricominciare ad imporre un servizio pubblico facoltativo per legge".

E ancora: "A fronte di illegittimi dinieghi, il suggerimento è quello dell’immediato ricorso al giudice amministrativo e i contributi volontari compreso, quello per l’assicurazione, almeno per quanto ci riguarda, non verranno più pagati, perché ci è scappata la voglia e la volontà".

Una rottura preannunciata

Una rottura che avviene comunque in seguito all'ultima parola della Corte di Cassazione, stavolta non favorevole alle famiglie sostenitrici del pasto da casa. Lo scorso luglio è stata infatti annullata la sentenza della Corte di Appello di Torino che aveva aperto alla possibilità di portare il pasto da casa in mensa. È stato reintrodotto così l'obbligo per gli scolari di mangiare nella parte adibita alla refezione, sancendo che il diritto soggettivo, perfetto e incondizionato, all'autorefezione individuale nell'orario della mensa e nei locali sclastici, non è configurabile.

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