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Dopo il Pride, la campagna di affissioni in città per celebrare la nascita del movimento LGBTQI

Nella ricorrenza dei 50 anni dai moti di Stonewall, 300 manifesti dedicati a due figure che hanno condotto la rivolta    

Nella notte tra il 27 e il 28 giugno 1969 allo Stonewall Inn, in Christopher Street a New York, la polizia fece irruzione per l’ennesima retata. L’accusa nei confronti delle persone LGBTQI (lesbica, gay, bisessuale, trans, queer e intersessuale) che frequentavano il bar era quella di ferire la pubblica morale, come sosteneva la legge dell’epoca negli Stati Uniti. Ma quella sera le persone LGBTQI si ribellarono e decisero di rivoluzionare per sempre la loro stessa visibilità. La protesta di quella notte, che prese il nome Moti di Stonewall, si trasformò in guerriglia urbana e durò per tre giorni, segnando un punto di svolta nella vita del movimento LGBTQI mondiale.

A cinquant’anni da quegli episodi, Arcigay Torino rende omaggio ai fatti e alle persone protagoniste di quella notte, diventate simbolo della resistenza e del contrasto all’oppressione, con 300 manifesti, realizzati da Caterina Bardi, dedicati a due figure che hanno condotto la rivolta di Stonewall: Sylvia Rivera, transgender e sex worker di origini portoricane, la figura più a destra nella foto, ricordata per essere stata la prima a lanciare una bottiglia contro la polizia; Marsha P. Johnson, drag queen bisessuale e afroamericana, immortalata sulla sinistra, che, insieme a Sylvia Rivera, fondò lo STAR – Street Transvestite Action Revolutionaries, organizzazione per la tutela delle persone LGBTQI. La foto del manifesto ritrae le due attiviste, insieme ad altre persone, durante il Christopher Street Liberation Day del 24 giugno 1973.

“Per la prima volta, un atto rivoluzionario come la rivolta allo Stonewall Inn ebbe un effetto travolgente” dichiara Riccardo Zucaro, Presidente di Arcigay Torino. “Grazie a figure come Sylvia Rivera e Marsha P. Johnson e a tutte e tutti coloro che sono scesi in strada quella notte del 1969, le persone LGBTQI hanno iniziato a essere presenti nella società con un impatto differente rispetto al passato. Le conseguenze furono meravigliose: in tutto il mondo nacquero e crebbero organizzazioni, dal Gay Liberation Front di New York del luglio del 1969 al F.U.O.R.I. di Torino del 1971, che si fecero promotrici delle richieste di una corretta visibilità delle persone lesbiche, gay, bisessuali, trans e queer” continua Zucaro. “Dopo 50 anni di battaglie e rivendicazioni, vogliamo rendere omaggio a quelle persone che non ebbero paura delle conseguenze di una reazione all’ennesima retata della polizia: attraverso Sylvia e Marsha traiamo la forza e l’ispirazione per le lotte e le rivendicazioni di oggi, con un occhio alla storia di quei moti che ancora oggi hanno molto da insegnarci” conclude Zucaro.

A margine della campagna di affissione, giovedì 27 giugno alle 19.30 in CasArcobaleno, via Bernardino Lanino 3/a, Arcigay Torino propone una serata dal titolo “Stonewall, 50 anni fa. E ora?” per riflettere sull’eredità lasciata dalle prime manifestazioni per i diritti delle persone LGBTQI. Durante la serata, dopo un buffet di benvenuto, si svolgerà la proiezione di due documentari: The Death and Life of Marsha P. Johnson, la storia di Victoria Cruz che indaga sulle circostanze mai chiarite della mortedell’attivista veterana di Stonewall, avvenuta nel 1992; State of Pride, un viaggio con i registi vincitori di Oscar Rob Epstein e Jeffrey Friedman e il presentatore Raymond Braun in tre diverse comunità per uno sguardo critico sul Pride contemporaneo, anche dal punto di vista della generazione più giovane che ancora oggi vive l'urgenza delle rivendicazioni dei diritti umani e civili.
 

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