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Arriva dal Politecnico di Torino la mascherina perfetta per lo sport

Prototipi diversi a seconda dell'intensità dello sforzo

E' in arrivo dal Politecnico di Torino la mascherina per l'attività sportiva. La mascherina accompagna ormai in molte delle nostre attività quotidiane, ma risulta sicuramente scomoda in alcuni contesti e soprattutto, durante lo sport.

Un team multidisciplinare sta lavorando per cercare in tempi brevi una soluzione a questo problema, sviluppando un prototipo di mascherina apposito, presto in modalità open source, cioè disponibile gratuitamente per tutte le aziende interessate alla produzione: “Un modo anche per sostenere la ripartenza e l’economia" come sottolinea il professor Marco Barla, referente del Rettore per lo Sport, che sta lavorando al progetto con i colleghi docenti dell’Ateneo, Ada Ferri (coordinatrice del progetto), Claudia De Giorgi e Cristian Campagnaro (designer), Paolo Tronville (che compie i test sui materiali filtranti) e l’ingegner Alice Ravizza (che si occupa degli aspetti di usabilità).

Un lavoro di concerto con le Federazioni e il Coni

Completano il gruppo la designer Martina Dugoni e gli ingegneri Federico Sternini, Matteo Genitrini e Francesca Dotti, giovani progettisti che supportano le attività di sviluppo prodotto, test e valutazione dello stesso, anche con il supporto della materioteca MATto del Politecnico di Torino. Un'idea nata anche dalla stesura del Rapporto per la ripartenza in sicurezza delle attività sportive, al quale il Politecnico ha lavorato con il Coni e con diverse Federazioni.   

“Dal rapporto emerge la necessità di adottare dispositivi di protezione - ha aggiunto Ada Ferri coordinatrice dellosviluppo tecnico del progetto - soprattutto nel caso di attività di contatto e in tutte le altre in cui sia impossibile mantenere la distanza di sicurezza; la mascherina deve essere adeguata alle particolari condizioni della pratica sportiva, deve garantire cioè due caratteristiche in contrasto tra loro: respirabilità e filtrazione”. I produttori di mascherine si sono attivati per avviare produzioni dedicate allo sport, ma si tratta di dispositivi che non sembrano né all’altezza dei requisiti respiratori ed ergonomici né espressamente certificati per questo genere di attività.

Scopo dello studio del Politecnico, sostenuto anche dai fondi del Rotary Club Distretto 2031, è proprio fornire degli standard replicabili. La prima questione da affrontare è di comfort: uno sportivo ha bisogno di mascherine che consentano il passaggio di almeno 200 litri di aria al minuto, mentre le mascherine chirurgiche garantiscono 95 litri al minuto; una soluzione sarebbe avere una superficie più grande di tessuto filtrante, ma questo sarebbe ergonomicamente poco praticabile perché ridurrebbe la visuale e le prestazioni dell’atleta. La sfida, quindi, è quella di individuare materiali con caratteristiche adeguate e soluzioni di prodotto che massimizzino la capacità di filtraggio e la respirabilità, garantendo, anche, un’indossabilità stabile e che non influenzi il gesto atletico.

Dispositivi diversi a seconda dello sforzo fisico

L’idea è stata quella di pensare a tipologie di mascherine differenti, adeguate ai livelli di intensità dello sport. Ad esempio, nel basket non si raggiunge il massimo sforzo con continuità, quindi potrebbero essere sufficienti superfici filtranti/traspiranti più contenute. Proprio sul basket si stanno concentrando i primi test di prodotto: le mascherine sono state confezionate nei laboratori della Stamperia Alicese di Cavaglià (BI) con una struttura portante in tessuto 3D della Panatex di Montemurlo (PO) e con filtri intercambiabili prodotti dal Centro di Ricerca della multinazionale UFI Filters di Mantova (MN), leader nella filtrazione automotive e recentemente impegnata nello sviluppo di materiali per applicazioni biomedicali.

I materiali sono stati valutati presso i laboratori del Politecnico e i modelli sono stati indossati dagli atleti della squadra di basket Tam Tam ASD per sottoporli a una serie di test di indossabilità che hanno consentito di ottimizzare il design della mascherina e verificare, in via preliminare, l’efficacia dei materiali scelti. Seguiranno ulteriori test realizzati in collaborazione con l’Istituto di Medicina dello Sport di Torino per valutare da un punto di vista fisiologico, l’impatto del dispositivo sulle prestazioni degli atleti che le indossano e proseguire, dunque, nella direzione più opportuna lo sviluppo progettuale.

L’obiettivo è di arrivare alla definizione di standard replicabili e adottabili appunto dai produttori entro l’autunno, per avere in commercio prodotti a prezzi accessibili e che garantiscano la pratica delle attività sportive in piena sicurezza.

“Si tratta di un contributo che abbiamo voluto dare ad un settore estremamente penalizzato nel periodo dell’emergenza sanitaria - ha detto il Rettore Guido Saracco -: , importante non solo per gli atleti professionisti, ma anche per chi pratica sport come attività ricreativa. Non dimentichiamo poi, che tutto l’indotto rappresenta anche un settore economico importante, che può essere sostenuto se si riprenderà ad effettuare attività sportiva a tutti i livelli. Credo che l’aspetto più interessante di questa iniziativa sia poi il fatto che gli standard proposti saranno replicabili e disponibili gratuitamente per tutti i produttori interessati”.

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