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Giornata Mondiale Stop 5G, Torino scende in piazza contro l'elettrosmog

L'appuntamento è sabato 25 gennaio in piazza Castello

Sabato 25 gennaio a Torino, come nel resto d'Italia e del mondo, in molti scenderanno in piazza per dire no al 5G. L'appuntamento è in piazza Castello alle 15.30.

Con la manifestazione, promossa da Alleanza Europea Stop 5G ed Alleanza Italiana Stop 5G, a livello locale da Stop 5G e Codarem Comitato per la difesa dalle radiazioni elettromagnetiche, si chiede lo stop alla sperimentazione, non per fermare le nuove tecnologie ma, per proteggere la salute pubblica, in virtù del principio di precauzione (Decreto Ronchi 381/98). 

E l'occasione è la Giornata Mondiale Stop 5G. Torino per la protesta in Piemonte, non è stata scelta a caso. Proprio il capoluogo piemontese nella sperimentazione del 5G è capofila in Italia, con l'attivazione, solo pochi mesi fa, della prima rete live 5G Edge Cloud con droni connessi d’Europa. 

Più precauzioni

"I nuovi strumenti tecnologici - si legge in una nota dei Verdi Europa - Verde Piemonte che parteciperanno alla manifestazione - sono certamente fondamentali per lo sviluppo della nostra società, ma proprio per questa ragione noi dobbiamo capire quale impatto hanno sulla salute dei cittadini e sull'ambiente". 

I Verdi chiedono che vengano definite, sia in fase preventiva che in fase di controllo, della sperimentazione del 5G, tutte le attività di monitoraggio e le metodologie di misurazioni per la valutazione delle esposizioni al campo elettromagnetico.

E che prima di concedere autorizzazioni per l'installazione di nuove strutture per le tecnologie 5G, che Regione Piemonte e amministrazioni comunali si avvalgano della collaborazione dell'Arpa, dei centri di ricerca del Politecnico di Torino e delle aziende interessate.

Un appuntamento internazionale 

L'appuntamento sabato è internazionale: come a Torino, in tutta Italia e nel resto del mondo, ci si mobilita per dire "Stop al 5G". Sono previsti eventi in tutte le grandi città ma anche nei piccoli centri, isole comprese. In 204 paesi sono state raccolte 172.395 firme - tra cui quelle di 4.800 scienziati, 2.800 medici, 770 apicoltori e 2.000 organizzazioni ambientaliste - per chiedere all’Organizzazione Mondiale della Sanità, all’Organizzazione delle Nazioni Unite e ai governi nazionali di fermare una sperimentazione altamente rischiosa.

I rischi 

Con l'esposizione umana all'elettrosmog, crescerebbero i rischi di cancro al cervello, morbo di Alzheimer, infertilità o sintomi di elettro-ipersensibilità (forte mal di testa, difficoltà di concentrazione, disturbi del sonno, stanchezza e sintomi simili a quelli dell’influenza).

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