Politecnico di Torino, quasi il 90% dei laureati magistrali trova occupazione
A un anno dalla laurea
Sono quasi il 90% i laureati magistrali al Politecnico di Torino che a un anno dalla discussione della tesi, trovano occupazione. A confermarlo, lo studio centro di Novello con Università Torino. E la retribuzione ricevuta è superiore alla media degli altri atenei italiani.
Lo rivela uno studio di AlmaLaurea su profilo e condizione occupazionale dei laureati italiani, che ha coinvolto 8.542 studenti del Politecnico torinese.
Percentuali incoraggianti
Il dato che più salta all'occhio, si riferisce ai laureati magistrali a un anno dalla laurea, che continua a salire rispetto agli anni precedenti, in controtendenza con l'andamento nazionale: è infatti occupato l'89,5% dei laureati contro la media nazionale del 74,6%.
E per i laureati in Ingegneria il dato sale al 90,5% a fronte di una media nazionale di 82,8%. Per quelli in Architettura si attesta a 82,8% contro una media nazionale del 79,8 %. La percentuale di occupati del Politecnico di Torino aumenta ancora a cinque anni dal conseguimento dal titolo, quando raggiunge il 92,9% a fronte dell'88,5% nazionale.
Stipendi più alti
E a proposito di stipendi, tra i laureati magistrali del Politecnico la retribuzione è di 1.599 euro netti mensili a fronte dei 1.407 euro nazionali a un anno dal titolo, e 1.872 euro rispetto a 1.635 euro a cinque anni dalla laurea.
Inoltre, i laureati triennali del Politecnico per l'87,4% continuano gli studi, rinviando al post-laurea magistrale il vero ingresso nel mondo del lavoro. Tra i laureati triennali che non si sono iscritti a un corso magistrale il tasso di occupazione risulta del 76,7%, a fronte di un dato nazionale del 74,5%.
Anche all'Università
Il tasso di occupazione a un anno dalla laurea aumenta anche fra gli studenti dell' Università di Torino. L'indagine ha coinvolto 25.825 studenti. Per i laureati di secondo livello a 1 anno dalla laurea, il tasso di occupazione passa dal 72,1% del 2021 al 75,4% nel 2022 (contro il 74,6% nazionale), e la percentuale degli occupati con un lavoro a tempo indeterminato sale dal 17,7% al 24,4%