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Valentino, continua la desertificazione dei locali: sfratto per l'Imbarco Perosino

Su Change.org la petizione per salvare lo storico locale sul Po

E' a rischio il futuro dell'ennesimo locale che ha fatto la storia a Torino. Ancora una volta al Valentino: dopo il Cacao, la Rotonda, il Fluido, lo Chalet e l'Idrovolante, tocca all'Imbarco Perosino. Affacciato sul Po, il locale è sotto sfratto. Dieci anni fa il Comune di Torino ha annunciato alla famiglia residente, che gli spazi sono di proprietà pubblica ed è iniziata così la querelle con un insostenibile rincaro degli affitti fino alla lettera di sfratto giunta pochi giorni prima di Natale. Il 27 febbraio infatti si presenterà l'ufficiale giudiziario per liberare i locali. 

Lo spazio nacque come laboratorio per la costruzione di barche nel 1936 per mano di Alberto Perosino, noto maestro d'ascia che qui trasferì anche la sua residenza. Anni dopo la figlia Graziella, oggi 81enne, vi aprì il noto ristorante - per la posizione, l'offerta enogastronomica e per l'originalità negli arredi - di cui oggi si occupa attivamente la nipote, Anna Carla De Coster. 

Su Change.org è stata avviata una petizione per chiedere al Comune e alla sindaca Appendino di bloccare lo sfratto e rinegoziare la concessione del locale. 

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