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Domenica, 28 Aprile 2024
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Foto dei figli di coppie separate sui social: da Torino parte l'esperimento legale per mettere d'accordo i genitori

Già due i casi omologati dal giudice

Stop al far west delle foto dei figli postate sui social, spesso senza riguardo a leggi, convenzioni e raccomandazioni del garante della privacy e senza il consenso del partner separato. Con questo obiettivo, nel 2023, a Torino è nata una clausola ad hoc da inserire negli accordi di separazione: "I signori in qualità di genitori esercenti la responsabilità genitoriale esprimono il proprio consenso espresso alla pubblicazione sui social network delle immagini relative al figlio purché predetti contenuti siano non lesivi degli interessi e dei diritti del minore".

Il primo test è stato fatto da un’influencer 25enne, che ai suoi legali ha chiesto di mettere nero su bianco nell’atto di separazione il nullaosta a pubblicare sui social foto del figlio di cinque anni. L’accordo è stato poi omologato ad aprile dal giudice Isabella Messina. A settembre la stessa clausola ha incassato l’ok della procura in una procedura di negoziazione assistita tra moglie medico e marito poliziotto: via libera, quindi, alla condivisione delle foto del figlio 11enne purché non ledano il decoro e la reputazione del minore.

"L’obiettivo - hanno spiegato gli avvocati Sara Commodo e Alessio Solinas - da un lato è venire incontro alle esigenze di chi documenta la propria vita sui social per lavoro, com’è il caso degli influencer, dall’altro evitare i conflitti (e le cause per danni) che possono nascere quando un genitore pubblica le foto dei figli senza consultare l’altro". “Non è raro litigare per una foto, ma gli uffici giudiziari si intasano per questo genere di cause", spiega Commodo, che ha assistito il medico. "La clausola non sarà la soluzione, ma speriamo che sensibilizzi i genitori affinché mettano il buon senso nell'utilizzo dei social network", commenta il collega Solinas.

Con questa formula si potrà, per esempio, schivare un ordine di cancellazione del giudice o una citazione per violazione della privacy, ma solo a patto che l’accordo sia rispettato e che il minore sia tutelato. "Non siamo nell'ambito di provvedimenti giudiziari, è un accordo tra genitori che viene ratificato da un giudice o dalla procura. Se vengono pubblicati contenuti lesivi del decoro o della reputazione, nulla preclude la possibilità di adire l’autorità giudiziaria".

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