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Enrico Mazzone, l’artista bloccato in Finlandia con l’opera dantesca: “Voglio tornare a casa”

Il torinese in autoisolamento: “Vorrei stare vicino ai miei genitori in questo momento delicato”

“Dopo sei anni di ‘Erasmus’, diciamo così, vorrei tornare a Torino. A casa. Per stare vicino ai miei genitori che non sono più giovani e aiutarli in queste settimane di isolamento. Ma anche perché ho proprio desiderio di tornare a casa, e di vivere questa esperienza difficile come stanno facendo tutti, sentendomi parte della mia comunità”.

Enrico Mazzone ha 37 anni, di cui 31 vissuti tra Torino e Moncalieri. Poi sono iniziati i suoi viaggi nel profondo nord del mondo, da cui vorrebbe tornare con un’opera che omaggia il capolavoro italiano per eccellenza, la Divina Commedia, disegnata con tecnica puntinata su un foglio gigantesco, di 97 metri per 4. E senza quel rotolo sterminato di carta, che l’anno prossimo sarà esposto a Ravenna per i 700 anni dalla morte di Dante Alighieri, Enrico non può partire. Ma non è “solo” questo il problema.

enrico mazzone artista-2

Torniamo al 2014: Enrico, artista poliedrico che spazia dalla musica alle arti figurative, inizia a mandare curriculum in giro per trovare un lavoro normale, purché non pagato in nero. “E quando dico in giro, intendo Torino e provincia, poi Piemonte, poi nord Italia, poi tutta Italia, infine in tutta Europa”. Qualche tempo dopo, arriva la chiamata per un colloquio. Il posto di lavoro offerto è quello di aiuto cuoco in un Roadhouse a Reykjavik, in Islanda: non esattamente dietro casa, ma per Enrico non è un problema. Parte, supera il colloquio - forse anche grazie all’ascendente che la cucina italiana ha in tutto il mondo - e inizia a lavorare.

In Islanda rimane quasi un anno, nove mesi per l’esattezza, finché riceve un’altra offerta. Non per fare l’aiuto cuoco, ma l’artista. A invitarlo, non si sa bene su suggerimento di chi, è la commissione di una residenza per artisti di Rauma, nel sud (si fa per dire) della Finlandia.

Enrico resta in questa residenza per artisti per tre mesi, fino all’inizio del 2016. Finché arriva un’altra chiamata, di nuovo per essere ospitato in una residenza per artisti, di nuovo dalle parti del Circolo Polare Artico: a Upernavik, un’isoletta sulla costa occidentale della Groenlandia in cui vive un migliaio di persone. “Diciamo che la mia prima quarantena l’ho fatta lì. Ci sono arrivato anche grazie all’aiuto economico di una fondazione torinese per il viaggio, e una volta lì ero abbastanza isolato”.

Enrico Mazzone Upernavik-2

A differenza di quanto stiamo vivendo adesso, però, nel suo isolamento groenlandese poteva uscire di casa quanto voleva, ovviamente a patto di coprirsi bene dal freddo per non congelare a -35 gradi.

Ben imbacuccato, Enrico Mazzone si può quindi godere uno spettacolo mozzafiato, di quelli che si sognano tutta la vita: l’aurora boreale. “Ne ho viste davvero di tutti i colori, in quei cieli stellati che non dimenticherò mai, che ti fanno sentire piccolo ma anche parte dell’universo”. E infatti è lì che scocca la scintilla dantesca: “Guardando le stelle, qualcosa si è risvegliato in me che mi ha portato fino a Dante, alla sua Divina Commedia, all’Inferno al Purgatorio e al Paradiso”.

Enrico Mazzone arte Groenlandia-2

“E quindi uscimmo a riveder le stelle” direbbe il Sommo Poeta. Mentre dentro la testa di Enrico prendeva forma questa idea. Ma dopo tre mesi, anche l’esperienza groenlandese finisce, e lui torna a Rauma. È il 2016, e da lì non si sposterà più. Ma la sua vita cambierà lo stesso, grazie all’arte.

enrico mazzone aurora boreale groenlandia-2

La vita in Finlandia non è facile, non solo per il freddo, e deve trovare un lavoro per mantenersi. Lo trova come decoratore in un’azienda edile del posto, ma dentro la sua testa continua a girare l’idea di un’opera d’arte dedicata alla Divina Commedia. Poi, un giorno, ci si mette di mezzo il solito destino: chiacchierando con un collega, scopre che da quelle parti c’è un’importante cartiera. Incuriosito, va a visitarla e rimane affascinato da grandi rulli di carta, di diversi metri di lunghezza e di altezza, che l’azienda vende in tutta la Finlandia e anche all’estero. Sta per uscire, quando gli fanno una domanda piuttosto strana: “Senti, abbiamo un rotolo di 97 metri per 4, abbiamo sbagliato la grammatura della carta e quindi dobbiamo buttarlo: lo vuoi tu?”.

Di fronte a un’offerta del genere, è impossibile “non curarsi di loro, guardare e passare” parafrasando Dante. Enrico accetta, e quel giorno inizia a lavorare all’opera che lo renderà famoso da Rauma a Roma, dalla Finlandia all’Italia: la Divina Commedia disegnata su un rullo sterminato.

Enrico Mazzone rullo 97 x 4 Divina Commedia-2

“Mi sono imposto ritmi di lavoro molto intensi, forse anche troppo, e a forza di stare sdraiato per almeno 12 ore al giorno su quel rotolo mi sono venuti anche dei discreti problemi fisici che prima o poi dovrò curare, ma ormai ci sono quasi”. Enrico rinuncia a socializzare, esce raramente di casa – ed ecco la seconda  quarantena della sua vita – solo per fare la spesa e qualche passeggiata, mentre il suo capolavoro prende forma.

Ed eccoci così al 2020, a quasi sei anni dalla sua partenza per quello che chiama il suo Erasmus. Il Coronavirus scatena il suo contagio in tutto il mondo, accanendosi in particolare sull’Italia, ma Enrico vuole lo stesso tornare a casa per stare vicino ai suoi, anche se in Finlandia l’epidemia è meno preoccupante che a Torino. Anzi, proprio per quello.

“Ho iniziato a contattare l’ambasciata italiana a Helsinki, poi il consolato onorario di Tampere, poi direttamente la Farnesina a Roma, ma con scarsi risultati. Qualcuno mi ha persino detto ‘ma chi te lo fa fare? In Finlandia si sta bene e in Italia sono tutti chiusi in casa’. Ma io non posso proprio rimanere qui, mentre la mia famiglia e il mio Paese soffrono una situazione mai vista prima” spiega Enrico.

Però… però le cose non sono facili. Non lo sono per gli italiani all’estero, quelli partiti per un viaggio e quelli emigrati per lavorare come lui. Figuriamoci poi se devi far arrivare in Italia anche un rotolo di 97x4 metri.

“Ho contattato una azienda di trasporti, che prima mi ha fatto un preventivo da oltre mille euro, poi hanno detto che per venirmi incontro possono scendere a 700 euro. Non è facile ma sto cercando di capire come fare”.

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Rimane ottimista, nonostante tutto. “Una volta che il foglio sarà spedito, allora e solo allora potrò pensare di andarmene. A forza di insistere, dall’ambasciata e dal ministero degli Esteri mi hanno detto che dei collegamenti si possono anche trovare. Ma sono da prendere letteralmente al volo, non si può programmare nulla, per cui ogni mattina mi sveglio prestissimo sperando di avere buone notizie. Sono fiducioso, voglio credere che nelle prossime settimane troverò il modo di rientrare a casa. Di rivedere mia madre e mio padre, riabbracciarli, stare con loro. E poi di concludere il mio disegno, visto che di tempo ne avrei in abbondanza”.

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“Sono agli sgoccioli delle mie energie, ma sento che tutto andrà per il meglio” conclude Enrico.

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