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Il paese piange Salvatore, l'esperto di vini dopo il lavoro di una vita

Ucciso dal coronavirus

Rivara piange Salvatore Cordì, 65enne conosciuto per la sua vineria di via Grassa che aveva aperto solo dopo essere andato in pensione. È morto lunedì 6 aprile 2020 per il coronavirus all'ospedale di Ivrea, dove si trovava dal 24 marzo, ma si era ammalato precedentemente e aveva passato un periodo all'ospedale di Cuorgné. È stato sepolto ieri, mercoledì 8. Lascia due figlie. Due mesi fa aveva perso il fratello.

Per ricordarlo l'amministrazione comunale ha tenuto le bandiere a mezz'asta a Villa Ogliani.

Di origini calabresi (era nato a Mammola, in provincia di Reggio), ha svolto diversi mestieri nel Canavese tra cui, principalmente, quelli lavoratore in un'azienda meccanica di Forno Canavese, di istruttore di scuola guida a Pont Canavese e di assicuratore (aveva rilevato l'agenzia La Piemontese a Rivara). Ma la sua passione sono sempre stati i vini, di cui era un riconosciuto intenditore. Così, appena raggiunta l'età della pensione e non volendo restare a casa, ha investito i suoi averi per aprire il locale che era frequentatissimo in paese.

Stare in mezzo alla gente era la sua dimensione. E anche per questo partecipava attivamente alla vita della pro loco cittadina e per un po' si era dilettato anche come attore teatrale.

"Era specializzato nei vini un po' particolari - dice uno dei suoi clienti e amici più affezionati -. Persona cordiale con tutti, aveva un sorriso per tutti. Mancherà a molti, qui la sua scomparsa ha fatto molto rumore".

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