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La statua restaurata grazie ai “click”, l'opera dei Musei Reali in gara con altre sette

Progetto “Libera l’Arte” di Sanex Colgate-Palmolive in collaborazione con Fondaco Italia

Da lunedì 9 settembre otto opere d’arte, dislocate in cinque regioni d’Italia (Lombardia, Piemonte, Emilia Romagna, Toscana e Lazio), sono in gara per tornare all’originario splendore, grazie alla partecipazione attiva di chi ha a cuore l’arte e la cultura. Per Torino partecipano i Musei Reali con la statua di Artemide, collocata nel cortile d’onore del Palazzo Reale di Torino.

Le altre opere in “gara” sono: la statua della Madonna del coazzone del Castello Sforzesco di Milano, la Fontana del Delfino a Bergamo (martedì 10 settembre in cima alla classifica), la statua di Giovane donna all’Arengario di Monza, il gruppo scultorea della statua di Pomona di Palazzo Ducale del Giardino di Parma, la statua della Venere di Milo dell’Accademia di Belle Arti di Firenze, la statua di Santa Teresa del pronao della Chiesa degli Artisti a Roma, la statua della Madonna con Bambino della frazione di Sommati ad Amatrice. 

L’idea di un grande gruppo internazionale

Un grande gruppo internazionale che, riconoscendo il valore dell’arte italiana, sarà protagonista del restauro di una di esse e nel contempo contribuirà a pubblicizzare i luoghi che le accolgono. Un percorso innovativo di comunicazione, una modalità concreta di responsabilità sociale d’impresa per fare cultura e valorizzare l’arte attraverso la partnership tra Sanex Colgate-Palmolive e Fondaco Italia. Modalità e creatività per introdurre una linea di prodotti in una nuova area di mercato ce ne sono tante. Per far conoscere agli italiani “Sanex” il gruppo Colgate-Palmolive ha pensato di “scardinare” le classiche leve della pubblicità tout court ed, in partnership con Fondaco Italia, ha deciso di investire nella valorizzazione del patrimonio storico-artistico del nostro Paese con l’obiettivo di intraprendere un rapporto diretto con le comunità locali e con i consumatori.

Come si vota

Si può votare l’opera preferita sul sito di Sanex. Il processo è semplice e veloce, non è necessario registrarsi o fornire alcuna informazione personale. La proclamazione della vincitrice, l’opera più votata, avverrà il 9 ottobre e la riconsegna dell’opera restaurata è prevista entro gennaio 2020.  

Il commento di Enrica Pagella, direttore dei Musei Reali

"Il Palazzo Reale di Torino è uno dei luoghi dove si sono vissuti passaggi importantissimi per la storia del nostro Paese. Custodire, valorizzare, rendere più fruibile questo Palazzo è la missione di tutti noi di cui ne sentiamo la responsabilità. Ogni angolo, ogni oggetto, ogni opera, è la testimonianza tangibile di una cultura, di una visione e di una sensibilità di coloro che ci hanno preceduti. L’esigenza di mostrare quanto di meglio l’intelletto e la manualità dell’artista sapeva fare, era un vanto, uno status symbol. L’idea di partecipare ad una “competizione” che ha al centro l’arte ci ha sin dall’inizio colpito ed interessato. Abbiamo pensato di proporre la statua di Artemide e per questo chiediamo di votarla, sarebbe veramente molto importante!  Grazie”.

La statua di Artemide

La statua, in marmo bianco e di grandezza leggermente superiore al vero (circa m 2), è collocata nel cortile d’onore del Palazzo Reale di Torino. Raffigura la dea Artemide/Diana in corsa, nelle vesti di cacciatrice, con un chitone corto e accompagnata da una cerva, uno dei suoi attributi più frequenti. Si tratta probabilmente di una pregevole copia commissionata, forse a Giuseppe Gaggini, dal re Carlo Alberto di Savoia-Carignano tra il 1835 e il 1847 per decorare, insieme ad altre statue antiche, lo scalone del Palazzo.  Oltre che per la finezza della lavorazione, l’opera è molto importante per la sua iconografia. Il modello a cui si ispira è infatti la celebre “Artemide di tipo Versailles”, oggi al Louvre, una statua di età romana imperiale, copia marmorea di un originale bronzeo attribuito al grande scultore greco Leochares, attivo intorno al 370 a.C. e documentato fra gli autori del Mausoleo di Alicarnasso.  Arrivò da Roma come dono di papa Paolo IV al re Enrico II nel 1556 e conobbe in Francia una grandissima fortuna, divenendo l’immagine di Artemide per antonomasia.  Nella seconda metà del XVIII secolo, l’opera fu riprodotta, in grande e in piccolo, in diversi materiali, e nel corso dell’Ottocento viene inclusa nelle serie dei grandi calchi in gesso che arredavano musei e dimore signorili. Il restauro consentirà di meglio apprezzare la qualità della copia di Torino e di approfondire gli studi sulle circostanze della sua realizzazione. 
 

Torino statua Artemide palazzo reale-2

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