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Teatro Regio, la sindaca Appendino: "Il commissariamento è un atto di responsabilità"

Una crisi quella dell'ente lirico torinese, che dura da anni

"La decisione di commissariare il Teatro Regio è una scelta di responsabilità, assunta con la consapevolezza che si tratta dell’unica strada da percorrere per rilanciarlo". Lo ha
detto la sindaca Chiara Appendino dopo le sue comunicazioni in Consiglio comunale. In seguito all'apertura di un'inchiesta giudiziaria, che ha investito anche l'ex sovrintendente William Graziosi, l'unica opzione per il Teatro Regio sembra essere proprio il commissariamento. La crisi è tale che non si darà corso a un’operazione di ripiano, ma sarà richiesto al Ministro per i Beni e le Attività culturali la nomina di un commissario ministeriale per operare il "necessario e improcrastinabile" risanamento strutturale dei conti dell’ente lirico torinese, la cui criticità è ormai nota da anni. 

 "Si tratta di una scelta compiuta per salvaguardare il Teatro e metterlo nelle condizioni di guardare al futuro - ha aggiunto la prima cittadina - senza il peso di un debito divenuto insostenibile e che avrebbe continuato a condizionarne l’attività negli anni a venire”.

Un debito di 30 milioni di euro

Dal 2015 ad oggi, per chiudere i bilanci della Fondazione Teatro Regio, si sono dovuti erogare contributi straordinari o procedere ad anticipazioni degli stanziamenti triennali da parte dei soci fondatori per un valore di circa 10 milioni di euro, con una perdita tendenziale di circa 2 milioni annui. Interventi che non hanno tuttavia portato alla risoluzione dei principali problemi del teatro e che sono sostanzialmente tre: un debito accumulato negli anni intorno ai 30 milioni di euro, un disavanzo strutturale di gestione intorno ai 2.5 milioni, una conseguente crisi di liquidità strutturale. 

Sul bilancio 2019, in Consiglio comunale la sindaca Appendino ha evidenziato che “i risparmi operati nell’anno di circa 1 milione di euro e l’aumento dei ricavi da biglietteria, non hanno permesso di compensare la riduzione dei contributi del Fondo Unico per lo Spettacolo, per un valore di 1,2 milioni e il non raggiungimento degli obiettivi di fundraising. Impossibile chiudere in pareggio senza una ulteriore iniezione di risorse, oggi non disponibili. Lo squilibrio concernente la gestione per il 2019 stimato è di 2,5 milioni. Sono in corso tutte le verifiche con la società di revisione e i revisori contabili, quest’anno rinnovati entrambi. E solo in seguito il bilancio verrà approvato da assemblea dei soci e dal Consiglio di indirizzo. Bilancio che, come detto, appena definito sarà consegnato a chi ne ha chiesto elementi di chiarezza e trasparenza”. 

Sul tema del commissariamento automatico con un bilancio negativo ad oggi stimato in circa 2,5 milioni, la sindaca Appendino ha ricordato che ciò e previsto dal d.lgs. 367/1996, all’articolo 21, comma 1-bis (che dispone in ogni caso lo scioglimento del consiglio di amministrazione della fondazione quando i conti economici di due esercizi consecutivi chiudono con una perdita del periodo complessivamente superiore al 30% del patrimonio disponibile) e tale valutazione è stata confermata dai vertici del Mibact con cui ci si è confrontati.

E su Facebook è duro il commento di Stefano Lo Russo, capogruppo dem in Comune: "Dopo oltre 4 anni, dopo aver imposto a forza un sovrintendente imbarazzante, un piano che non stava in piedi, fatto scappare molte eccellenze in altre realtà italiane Appendino ci viene a spiegare che: "il commissariamento è un mio atto di responsabilità". Ecco visto che lo ritiene un atto di responsabilità, la sua, allora sia conseguente e vada a fare altro davvero. Danni ne ha già fatti abbastanza".

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