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Salone del Libro, spese personali e appalti "taroccati": chiusa la maxi inchiesta

Tra gli indagati l'ex presidente Picchioni e l'ex sindaco Fassino

Si è conclusa l'indagine della magistratura sulla vecchia gestione del Salone del Libro: 29 gli indagati. Dopo la presa in esame di tutti i bilanci della Fondazione, dal 2010 al 2015, e la constatazione di diverse irregolarità contabili - fra spese "pazze" e appalti pilotati -  figurano infatti, a vario titolo, contestati dal pm Gianfranco Colace, i reati di peculato, falso e violazione normativa della legge sui bilanci. In particolare, a Rolando Picchioni, ex presidente della Fondazione, è stato contestato l'uso improprio della carta di credito sovvenzionata dalla Regione, utilizzata per spese personali per circa 850mila euro.

A essere chiamati in causa anche l'ex sindaco Piero Fassino e Antonella Parigi, per aver affidato l'edizione 2015 del Salone direttamente a Gl Events. Affidando l'incarico, con la "sbrigativa" motivazione dell'urgenza, alla società gestore del Lingotto Fiere, furono di fatto precluse ai concorrenti tutte le possibilità di partecipare alla gara pubblica per l'organizzazione della kermesse. Fra gli indagati anche Michele Coppola, ex assessore alla Cultura della Giunta Cota e responsabile dei Beni culturali di Intesa Sanpaolo. 

"Chiunque mi conosca - ha commentato Fassino - sa bene che ho sempre esercitato ogni incarico istituzionale affidatomi con rigoroso rispetto delle leggi e scrupolosa tutela dell'interesse pubblico. E senza alcun interesse personale".

"Rinnovando la mia piena fiducia nei confronti della magistratura - comunica l'assessore Parigi in una nota - , voglio altresì ribadire la forte convinzione di aver sempre agito correttamente, con l'obiettivo di perseguire le finalità di pubblico interesse della Regione Piemonte che ho cercato sempre di rappresentare con tutto l'impegno di cui sono capace",

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