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Decine di blackout a Torino e provincia, ma nei prossimi anni la situazione migliorerà

Ireti sta realizzando un investimento di 44 milioni per sostituire cavi e cabine datati

L'ultima settimana, da mercoledì 21 a martedì 27 giugno 2023, è stata asfissiante dal punto di vista delle temperature ma il caldo tropicale è stato solo uno dei problemi. Un altro dei principali è stata la tenuta della rete elettrica, con un numero eccezionale di blackout che si sono verificati a Torino e provincia. Per la maggior parte i problemi sono stati di breve durata, inferiore ai 45 minuti. Non sono mancati però alcuni casi in cui i disagi si sono protratti per ore. In ogni caso, a essere interessate sono state complessivamente decine di migliaia di utenze.

I blackout, tra l'altro, si sono susseguiti a macchia di leopardo, senza una zonizzazione precisa. Non ci sono state aree più colpite di altre. "I tecnici di Ireti - dicono dalla società (che gestisce la rete soltanto per il capoluogo) a TorinoToday - hanno lavorato in modo superiore anche rispetto alla norma delle estati, sebbene sia ancora presto per dare un quadro definitivo. È chiaro che la rete è stata messa molto sotto stress, dal caldo e dall'accensione dei condizionatori. Se quest'ultima determina ovviamente una grande richiesta di energia, il primo provoca problemi alla rete stessa che poi sfociano nei guasti".

Se nell'immediato l'unica soluzione sembra quella di armarsi di pazienza e attendere gli interventi dei tecnici quando si verificano i blackout, per il futuro sembra che qualcosa vada a migliorare. "Stiamo lavorando a un rinnovamento e potenziamento della rete - dicono da Ireti -, ad esempio con la sostituzione dei cavi più datati e anche delle cabine secondarie in modo che questa risponda meglio a eventuali guasti. C'è un investimento su tutta la città (Ireti come detto si occupa soltanto di Torino, ndr) che alla fine sarà di 44 milioni di euro, di cui 33 finanziati tramite il piano nazionale di ripresa e resilienza, anche in previsione che in futuro la domanda di elettricità sarà sempre maggiore, per esempio per la diffusione delle auto elettriche. Gli interventi partono naturalmente da dove ce n'è più bisogno e contiamo di esaurirli entro il 2026".

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