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Il "bambino sempre stanco" aveva una grave malattia cardiaca: operato e salvato al Regina Margherita

Grazie alla "Fondazione Forma"

A scuola doveva essere portato dalla sorella a spalle, perché sennò sarebbe svenuto. In classe, poi, non c'era giorno in cui non si addormentasse.

Sulle prime, gli insegnanti lo redarguivano, mentre i compagni di classe lo prendevano in giro. Per tutti era un "bambino pigro".

Nessuno, invece, aveva capito come Rich, bimbo kenyota di otto anni, avesse la "Tetralogia di Fallot", malattia cardiaca molto grave.

Malattia scoperta da Renata, una volontaria dell'associazione "Stichting Mtangani", che opera proprio nel villaggio dove vive Rich. 

E quando la Fondazione Forma del Regina Margherita è venuta a conoscenza della sua storia, si è subito messa in moto per organizzare le prime cure del caso ma, soprattutto, il viaggio verso Torino. 

E così Rich è stato inserito Rich nel programma di assistenza sanitaria della Regione a favore dei bambini extracomunitari o provenienti da paesi in via di sviluppo. Con tanto di accoglienza - in un appartamento messo a disposizione dalla "Associazione Amici Bambini Cardiopatici", per lui e per la mamma - supporto fisico, psicologico e servizio di traduzione, dato che né il piccolo né la mamma parlano l'italiano: le traduzioni sono state affidate sempre alla volontaria Renata.  

Dopo gli accertamenti cardiologici, coordinati dalla dottoressa Gabriella Agnoletti, direttrice della Cardiologia pediatrica del Regina Margherita, il piccolo è stato operato dall'equipe del dottor Carlo Pace Napoleone, direttore della Cardiochirurgia pediatrica del Regina Margherita.

Nonostante la fase di emergenza causata dal Coronavirus - con le comunicazioni solo via telefonica - il piccolo è finito in sala operatoria, con l'intervento a cuore aperto che è durato sei ore. Dopo quattro giorni di degenza nella terapia intensiva cardiochirurgica, il bimbo è stato restituito alle braccia della madre per proseguire la degenza in reparto. 

A breve Rich e la sua mamma potranno tornare in Kenya, visto che per i medici l'intervento è riuscito e il bimbo guarito. 

Già, a breve. Perché si sta cercando un volo che possa riportarli nella loro terra. Ma con l'emergenza Coronavirus è tutt'altro che semplice.

“Speriamo quindi che la solidarietà e la rete degli Enti, delle strutture ospedaliere, delle Fondazioni e soprattutto delle persone, che hanno collaborato per poter dare nuova vita a Rich ed alla sua famiglia, sappia trovare una soluzione a questo ultimo problema logistico”, affermano da Fondazione Forma.

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